mercoledì 28 dicembre 2011

Sono italiani i cavi elettrici sotto il fiume Hudson

Di fronte a Manhattan la nave Giulio Verne di Prysmian

La vista da Manhattan verso il New Jersey di solito non comprende la più grande nave posacavi del mondo, l'italiana Giulio Verne. Questa settimana invece i turisti sul lato ovest dell'isola possono vedere, all'altezza della 52esima Strada, la nave lunga 133 metri ferma sulle acque del fiume Hudson. La Verne, di proprietà di Prysmian, la ex Pirelli Cavi, è impegnata in un progetto tutto italiano: la posa di un nuovo cavo elettrico subacqueo dal quale passeranno 660 megawatt, circa il 5 per cento del consumo di New York nei momenti di massima domanda.

I cavi, di produzione italiana, sono progettati per restare sommersi decenni senza manutenzione. Il progetto è così importante per la città da essere approdato sulle pagine del New York Times, che dedica alla Verne un articolo a metà tra la spiegazione dei contenuti tecnici del progetto e il colore, anch'esso tutto italiano, della vita a bordo. Il cronista nota con ammirazione che sulla Verne si mangia bene, come gli americani si aspettano dagli italiani: "Pranzo con fettuccine alla bolognese, antipasti, arance e naturalmente espresso" per i settanta uomini dell'equipaggio (a bordo non ci sono donne).

Non solo pasta però sulla nave, che ha lavorato dalla Sardegna all'Australia. I cavi sono dovunque: "Siamo pieni come un uovo", ha detto al Times Sebastiano Aleo, dirigente di Prysmian che supervisiona il progetto.
In totale il costo è di 850 milioni di dollari, pagato da investitori privati sotto l'ombrello di PowerBridge, società che già gestisce il trasporto via cavo subacqueo di energia dal New Jersey a Long Island. Gran parte dell'energia che passerà sul nuovo cavo viene dalla rete che serve il New Jersey e diversi altri stati; è meno costosa di quella prodotta a New York, dove ci sono alcune centrali elettriche a gas, fuori dai circuiti turistici ma dalle ciminiere ben visibili.

 

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