venerdì 23 dicembre 2011

Francia, primo sì a legge su genocidio armeno Turchia furiosa, ritirato l'ambasciatore

Tensione tra Parigi e Ankara per il testo che punisce la negazione del genocidio. Erdogan annulla gli incontri

PARIGI – L’Assembla nazionale francese vota una legge che punisce la negazione del genocidio del 1915 a danno degli armeni e la Turchia reagisce con durezza: il premier Erdogan ha accusato Parigi di «una politica fondata sul razzismo, la discriminazione e la xenofobia», richiamando in patria l’ambasciatore e ammonendo che «simili ferite si rimargineranno molto difficilmente».  

ALZATA DI MANO - Nonostante gli avvertimenti e le pressioni turche dei giorni scorsi, la grande maggioranza della cinquantina di deputati presenti in Aula ha approvato per alzata di mano il testo che prevede un anno di carcere e 45 mila euro di ammenda per chi neghi pubblicamente il genocidio commesso dai turchi nel 1915. La Francia riconosce ufficialmente due genocidi: quello a danno degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e quello degli Armeni, ma finora era punita solo la negazione del primo. Manca ancora l’approvazione del testo da parte del Senato, e non è certo che vi si arrivi prima della fine della legislatura, in primavera, ma la volontà politica della Francia è evidente: hanno votato a favore della legge il partito di maggioranza di centrodestra Ump, il Nuovo Centro, i socialisti e i comunisti.  

PRO E CONTRO - Tra le figure di spicco contrario solo il centrista François Bayrou, che ha parlato di un testo «irragionevole e pericoloso». Viene mantenuta così la promessa fatta dal presidente Nicolas Sarkozy il 7 ottobre scorso quando, in visita nella capitale armena Erevan accompagnato dal cantante-istituzione nazionale Charles Aznavour (all’anagrafe Chahnourh Varinag Aznavourian), garantì al presidente Serge Sarkissian di proseguire sulla strada della «legge sulla memoria». Una mossa opportunistica per accaparrarsi la simpatia dei 400 mila francesi di origine armena, dicono gli osservatori che imputano qualsiasi azione del presidente Sarkozy a cinici calcoli pre-elettorali. Ma i francesi di origine turca sono più o meno altrettanti, e non meno influenti. 


LE REAZIONI - Il voto dell’Assemblea nazionale sembra invece rispondere a due linee di fondo della politica francese; l’approvazione di leggi che indirizzano e imbrigliano il lavoro degli storici (contro le quali si batte da anni in prima linea Pierre Nora), e un atteggiamento anti-turco chiarito la sera stessa del suo ingresso all’Eliseo da Nicolas Sarkozy, quasi quattro anni fa: la Francia è contraria all’ingresso della Turchia nell’Unione europea. Le relazioni franco-turche, da sempre non facili, erano migliorate poche settimane fa con la visita ad Ankara del ministro degli Esteri Alain Juppé, al termine della quale Francia e Turchia avevano trovato una posizione comune contro il regime siriano. Dopo quel passo avanti, tre indietro: Erdogan annuncia ora di avere annullato tutti gli incontri politici, economici, militari e culturali con la Francia. La questione non riguarda solo Parigi e Ankara ma tutta l’Europa e l’Occidente: la lite Sarkozy-Erdogan non fa che allontanare ancora di più la Turchia dall’Ue, rafforzando indirettamente il ruolo di Ankara come potenza regionale portata ad agire in modo autonomo, sganciata dall’Occidente, in tutto il Medio Oriente. 


 



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