NAPOLI - C’è un momento in cui la guida blocca la zattera e chiede a
ciascuno di smettere di parlare. È l’istante più emozionante del viaggio
più incredibile che possa capitare a una persona ; dopo un minuto la
guida sussurra «state ascoltando il silenzio assoluto. In nessun altro
luogo riuscirete a provare una sensazione come questa». A dire la verità
non esiste un solo secondo che può essere replicato dell’intera
esperienza.
Nel ventre della città, quaranta metri sottoterra, al centro di un fiume a bordo di una zattera:
non è un filmone d’avventura, è realtà vera, concreta e piuttosto
umida. Si tratta dell’ultima scoperta di Gianluca Minin che di
professione è geologo ma la sua passione vera è il sottosuolo, anzi il
tunnel Borbonico, il percorso scavato da Ferdinando II nella roccia di
Chiaia per collegare palazzo reale al mare dietro Castel dell’Ovo. Quel
tunnel è stato riscoperto, nuovamente scavato (da detriti e macerie),
letteralmente trasformato da Minin che ha lavorato per dieci anni al
buio per poter aprire quel percorso ai turisti. Oggi il tunnel è
diventato una delle attrazioni turistiche più visitate della città.
Sembrava che il progetto ambizioso potesse terminare così.
Invece un giorno s’è materializzata una nuova sfida: una grotta
che si trova al di sotto del tunnel ha iniziato ad allagarsi. Niente di
preoccupante, è l’acqua «suffregna», solforosa, che risale; si tratta
semplicemente di variazioni naturali dell’assetto del terreno: Minin,
geologo, ha studiato il fenomeno e s’è tranquillizzato. Però quell’acqua
che stava lentamente creando un percorso sotterraneo era troppo
avvincente. Alla fine dello scorso mese di luglio il vulcanico geologo
decise, con tutto il gruppo di lavoro della sua «Borbonica Sotterranea»,
di studiare la possibilità di superare quell’acqua, di navigare su quel
fiume. Sembrava una follìa, invece non lo era. Il primo saggio di
navigazione venne effettuato su un canottino arancione portato di corsa
da un amico che voleva a tutti i costi far decollare l’iniziativa. Quel
canottino, oggi, è ancora lì sotto: serve a ricordare qual è stato il
primo passo dell’incredibile percorso che oggi arriva a conclusione.
Siccome il primo test (raccontato in esclusiva dal nostro giornale) si rivelò vincente, ed ebbe anche un importante riscontro d’interesse da parte del pubblico, l’iniziativa decollò immediatamente.
È stata acquistata una zattera da una ditta specializzata che le prepara
per la navigazione nei laghi. Un dettaglio determinante è stata la
dimensione dei pezzi che dovevano poter essere infilati nel cuore della
città prima di essere montati: subito dopo l’arrivo del materiale, una
squadra di sei persone s’è infilata ai margini del fiume sotterraneo ed
ha materialmente costruito la zattera che adesso è, praticamente,
prigioniera del sottosuolo perché ora che è assemblata non c’è lo spazio
necessario per tirarla fuori. Come «molo» è stato utilizzato il vecchio
ponteggio di tubi innocenti che era già stato realizzato. Poi si è
proceduto con i test. La zattera potrà trasportare fino a quattordici
persone contemporaneamente nel tour del sottosuolo della città.
Il percorso inizia esattamente al centro di una antichissima cisterna del seicentesco acquedotto di Napoli.
Da quel punto partirono, negli anni ’80, i lavori per la costruzione
della Ltr poi sospesi una decina d’anni dopo e mai più ripresi. Così nel
cuore della città è rimasto abbandonato un lunghissimo tunnel, per una
parte antico e per l’altra moderno, che parte da via Morelli e arriva
sotto al palazzo della Prefettura a piazza Plebiscito: e quel tunnel si è
lentamente allagato fino a creare il nuovo percorso.
Luce di candele a segnare la strada, piccole torce consegnate ai
visitatori per scoprire i particolari che sbucano dal buio intenso: le
guide spiegano i segreti degli scavi antichi, quelli della cisterna
dalla quale parte la zattera, e degli scavi moderni, quelli che
s’intercettano al molo di arrivo della zattera, quando si sbarca per
proseguire il tour nel buio della cavità.
Il viaggio in zattera nelle viscere della città verrà aperto ai turisti dal 26 dicembre, per accedere è necessario prenotare al sito web del tunnel borbonico:
la prenotazione è necessaria per preparare adeguatamente la zattera e
gli strumenti adatti ad accogliere i turisti nel viaggio più incredibile
del mondo.
Un viaggio che si può fare solo a Napoli.
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