Accordi segreti con le multinazionali minacciano la libertà di espressione (e non solo)?
Puoi immaginare il tuo Internet service provider controllare tutto ciò che fai online? Puoi immaginare farmaci generici, che potrebbero salvare delle vite, messi al bando? Puoi immaginare semi che potrebbero nutrire migliaia di persone tenuti sotto controllo e trattenuti nel nome dei brevetti? Tutto questo diventerà realtà con ACTA. ACTA è l'accordo su commercio e anti-contraffazione. Mascherato da accordo commerciale, ACTA va molto, molto oltre. Negli ultimi tre anni, ACTA è stato negoziato in segreto da 39 paesi. Ma i negoziatori non sono stati democraticamente eletti. Non ci rappresentano, ma stanno decidendo le leggi alle nostre spalle. Scavalcando il processo democratico, impongono nuove sanzioni penali per fermare il file sharing in rete. ACTA mira a rendere gli Internet service e access provider legalmente responsabili per ciò che fanno i loro utenti online. Trasformandoli in poliziotti e giudici digitali privati, che censurano le proprie reti. Le conseguenze sulla libertà di espressione sarebbero terribili. Nel nome dei brevetti, ACTA darebbe alle multinazionali il potere di fermare farmaci generici prima che raggiungano le persone che ne avrebbero bisogno. E di impedire l'utilizzo di certi semi per la coltura. Il Parlamento Europeo presto voterà su ACTA. Questo voto sarà l'occasione per dire 'no' ora e per sempre a questo pericoloso trattato. Come cittadini, dobbiamo spronare i nostri rappresentanti a rigettare ACTA.
È difficile
predirlo con esattezza. La data più probabile è il primo quarto del
2012, ma naturalmente questa è una domanda a cui solo il Parlamento
europeo può rispondere.
Ritiene che il Parlamento Europeo debba dare il suo consenso ai contenuti di ACTA? Perché?
Sì,
la Commissione Europea dovrebbe incoraggiare il Parlamento Europeo a
promuovere ACTA. ACTA aiuterà i mercati europei dell'esportazione, di
qualunque dimensione, a proteggere il loro lavoro dalle violazioni in
paesi terzi – specialmente nelle arti, nella cultura, nell'agricoltura,
nell'industria e nelle scienze - e così mantenere la loro competitività e
i posti di lavoro in questo momento cruciale.
Se
l'Europa deve essere credibile nel suo desiderio di essere un leader
mondiale nell'innovazione, allora deve essere anche in grado di
difendere i suoi innovatori. Detto questo, ACTA raggiunge un compromesso
appropriato tra il bisogno di proteggere gli innovatori e le loro
creazioni, i diritti dei cittadini e le istanze di portatori di
interessi, come i consumatori e gli internet provider.
La
Commissione ha ascoltato le proposte fatte dal Parlamento Europeo e da
altri portatori di interessi. ACTA contiene le garanzie necessarie per
salvaguardare l'accesso ai medicinali o alla libertà di internet.
ACTA è completamente compatibile con la legislazione europea vigente?
Sì,
non crea o espande obblighi rispetto alla legislazione adottata a
livello europeo negli anni recenti (quali la direttiva attuativa, il
regolamento doganale o la direttiva per il commercio elettronico) che ha
ricevuto un ampio consenso nel Parlamento Europeo. Da ultimo, il
Parlamento, solo pochi mesi fa, ha scelto di appoggiare un accordo per
il libero scambio tra UE e Corea che contiene provvedimenti attuativi
per la proprietà intellettuale molto simili a quelli di ACTA.
I
provider diverranno responsabili per ciò che fanno i loro utenti? E ci
saranno norme, sullo stile della Hadopi francese, che prevedono la
disconnessione alla terza violazione della legge sul diritto d'autore?
No.
Il tema della responsabilità dei provider è regolata in Europa da più
di 10 anni, principalmente attraverso la direttiva per il commercio
elettronico (2000/31/EC). ACTA non modifica un solo comma del regime
normativo esistente. Infatti, la legislazione europea vigente ha
ispirato in modo considerevole il testo finale del capitolo di ACTA su
internet. Ciò detto, né l'acquis (cioè il diritto acquisito, ndr)
comunitario, né ACTA impediscono ai paesi di introdurre sistemi di
risposta graduali (come in Francia, Regno Unito e altri stanno
considerando di fare). Differenti paesi dell'UE hanno approcci
differenti sotto questo punto di vista, e ACTA lascia loro la massima
flessibilità nel determinare quale approccio considerino più adatto.
Nell'era
della trasparenza una negoziazione a porte chiuse, invece di un
dibattito democratico e pubblico, è il modo migliore di procedere?
Quello
che ACTA sia stato negoziato in segreto è un cliché – uno tra l'altro
che non è facile scacciare. Il testo di ACTA è pubblicamente disponibile
e lo è stato per oltre un anno e mezzo (dall'aprile 2010). Le
negoziazioni per ACTA non sono state differenti dalle negoziazioni su
qualunque altro accordo internazionale che abbia a che fare con il
commercio. È un fatto che questi accordi non sono negoziati in pubblico,
ma ci sono regole chiare su come il Parlamento Europeo o la società
civile sono informati su tali negoziazioni. E sono state seguite
scrupolosamente.
Oltre a fornire i documenti
della negoziazione al Parlamento Europeo, il commissario De Gucht ha
partecipato a tre sedute plenarie in Aula. La Commissione ha risposto
formalmente a diverse dozzine di interpellanze parlamentari, a voce o
per iscritto, a due Raccomandazioni e a una Dichiarazione del Parlamento
Europeo. I servizi della Commissione hanno fornito svariati briefing ai
membri del Parlamento interessati su tutti gli aspetti delle
negoziazioni dopo i vari round. Inoltre, la Commissione ha continuamente
informato il pubblico sugli obiettivi e il significato generale delle
negoziazioni, a partire dal primo round (giugno 2008). Rapporti
riassuntivi sono stati pubblicati dopo ogni round di negoziazione. Da
aprile 2010 il testo delle negoziazioni è stato discusso e pubblicato.
Queste e altre informazioni rilevanti sono disponibili al sito ec.europa.eu.
Ancora,
la Commissione ha organizzato quattro conferenze dei portatori di
interessi su ACTA (la prima è avvenuta il 23 giugno 2008, cioè pochi
giorni prima del primo round di negoziazioni, e quelle seguenti
rispettivamente il 21 aprile 2009, il 22 marzo 2010 e il 25 gennaio
2011, a Bruxelles), aperte a tutti – cittadini, operatori del settore,
ONG e stampa. I nostri partner nelle negoziazioni, che includono gli
Stati Uniti, la Svizzera, l'Australia e il Canada, hanno dato vita a
iniziative simili. Negli ultimi quattro round (Wellington, Lucerna,
Washington e Tokyo), poi, i negoziatori hanno incontrato e si sono fatti
ampiamente interrogare da ONG, accademici e partiti politici.
Quanto
potente è l'influenza dell'industria dell'intrattenimento sui contenuti
di ACTA? Perché, per esempio, influenti multinazionali hanno avuto
accesso a documenti riservati prodotti durante le negoziazioni?L'Unione
Europea ha fornito esattamente le stesse informazioni a tutti i
portatori di interessi, che fossero settori che supportano ACTA, che gli
si oppongono, organizzazioni non governative o qualunque altra entità
della società civile o perfino individuale che sia interessata. Ciò
significa anche che a nessuna delle entità sopra menzionate è stato
garantito un accesso da parte della Commissione a un qualunque documento
riservato di ACTA né durante né dopo la conclusione delle negoziazioni.
I contenuti di ACTA costituiscono una minaccia per la libertà di espressione e la privacy?
No,
ACTA rispetta interamente l'importante ruolo di una Rete libera. Il
rispetto dei diritti fondamentali, come la privacy, la libertà di
espressione e la protezione dei dati è gelosamente conservato come un
principio di base dell'accordo e le disposizioni in tal senso sono
chiaramente affermate nel testo, tra gli altri negli articoli 4 e dal
27.2 al 27.4.
I critici sostengono che le
misure repressive contenute in ACTA avranno conseguenze dannose anche
nei termini dello sviluppo digitale e della competitività dei paesi
dell'UE. Lei è d'accordo?
No. Come ho detto prima, ACTA è
in completo accordo con la legislazione UE, e questa legislazione ha
consentito all'Europa di avere uno degli ambienti digitali più potenti,
competitivi e floridi del mondo. ACTA non cambierà nulla di tutto
questo.
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