mercoledì 21 dicembre 2011

Milano chiude in rosso dello 0,97%, Wall Street contrastata, spread a 480

Chiusura contrastata per Wall Street, con gli indici che hanno comunque recuperato dai minimi di giornata: il Dow Jones ha terminato la seduta a +0,03%, lo S&P a +0,2% ma il Nasdaq arretra dello 0,99% dopo i deludenti risultati di Oracle, che hanno gettato un'ombra sull'intero settore. Per quanto riguarda le valute, l'euro è sceso a 1,3045 dollari contro il dollaro, mentre il biglietto verde è salito a 78,0695 yen.

L'Europa chiude in rosso
Ancora una seduta in calo per Piazza Affari, in una giornata segnata dall'asta della Bce per rifinanziare le banche. Il Ftse Mib ha chiuso lasciando sul terreno lo 0,97% a 14.819 punti e il Ftse All Share lo 0,88% a 15.533 punti. A Francoforte il Dax cede lo 0,95%, a Parigi il Cac40 lo 0,82%, a Londra il Ftse100 lo 0,55%. In allargamento, rispetto alla chiusura di ieri, lo spread tra Btp e Bund decennali, che si è portato a quota 480 punti.

Focus Piazza Affari
Seduta in forte calo per FonSai: in attesa del cda di venerdì chiamato a discutere gli interventi per rafforzare il patrimonio, ha ceduto il 7,22% a 0,72 euro. Più contenute le flessioni per Premafin (-1,46% a 0,12 euro) e la Milano (-1,56% a 0,21 euro). Vendite sui finanziari, con l'unica eccezione di Intesa SanPaolo (+1,16%) e Mediolanum (+1,36%). In forte calo Unicredit (-4,39%), Mps (-3,92%), Ubi Banca (-3,52%), Bpm (-3,04%).

Debole l'avvio di Wall Street

In calo anche l'avvio della piazza americana con gli indici appena sotto la parità dopo i primi scambi. Pesano sull'avvio delle contrattazioni l'andamento degli indici in Europa e il dato sulle richieste di mutui negli Stati Uniti. Nel corso dell'ultima settimana l'indice della Mortgage Bankers Association, che misura l'andamento del settore, è sceso del 2,6% a quota 659,3 punti da 667 sette giorni fa.

Debiti sovrani
L'evento del giorno è l'asta a 36 mesi della Bce. Secondo i dati della stessa Eurotower sono stati prestati 489,19 miliardi di euro alle banche. L'ammontare comunicato ha oltrepassato le attese medie, che fino a ieri sera si aggiravano tra 250 e 300 miliardi di euro. La reazione del mercato dei titoli di stato tuttavia non è positiva come ci si aspettava. Dopo essere sceso a quota 446 in mattinata, il differenziale di rendimento tra i BTp a 10 anni e i bund tedeschi risale a 496, vicino alla soglia dei 500 punti e dalle sale operative segnalano acquisti da parte della Bce. Molto meglio i titoli di stato spagnoli (Bonos) con uno spread sul Bund limitato a 330 punti. Si allarga così il differenziale di rendimento Bpt-Bonos che sale a 160 punti certificando la crescente rischiosità del debito pubblico tricolore rispetto a quello spagnolo. (Leggi l'analisi: "Se l'Eba disarma il bazooka Bce").

Obiettivo: contrastare il credit crunch
L'obiettivo di questa asta Bce è combattere la rigidità del mercato interbancario innescata dalla crisi dei debiti sovrani. Il rischio da evitare è quello della stretta creditizia (il temibile credit crunch già visto con la crisi del 2008-2009). La speranza poi è con questi fondi a disposizione le banche possano tornare ad acquistare debiti sovrani dell'Eurozona facendo scendere spread e rendimenti (cosa che non sta avvenendo nella seduta odierna).
Borse asiatiche
La Borsa di Tokyo intanto ha chiuso la giornata con un deciso incremento sulla scia delle piazze occidentali. I positivi indicatori economici arrivati dalla Germania e dagli Stati Uniti e il successo dell'emissione in Spagna (con i rendimenti in deciso calo per i titoli a tre e sei mesi) hanno infatti spinto gli indici in Europa e Wall Street a mettere a segno un consistente rally. L'indice Nikkei, ben orientato fin dall'inizio della giornata, si è allineato a questo trend e ha guadagnato l'1,48% a 8.459,98 punti. Il più ampio indice Topix invece è salito dell'1,00%, per finire a 725,68 punti.

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