Il Cairo non trova pace. Anche questa mattina la
capitale egiziana è stata interessata dagli scontri che da giorni
oppongono i manifestanti e le forze di sicurezza.
A riferirlo alcune fonti locali, che parlano anche di militari in tenuta antisommossa che presidiano la piazza, dopo aver tentato di sgomberarla poco prima dell'alba, scacciando le centinaia di manifestanti che da giorni si sono accampati a Tahrir per chiedere le dimissioni della giunta militare che ha preso il potere dopo l'abbandono dell'ex presidente Hosni Mubarak.
Con piazza Tahrir isolata da un muro di cemento, eretto per impedire che i manifestanti si avvicinino troppo ai palazzi del potere, come accaduto nelle proteste precedenti, si fa il conto delle vittime e dei feriti degli scontri degli ultimi giorni. È il ministero della Sanità, attraverso le parole del ministro Adel Adoui, a parlare di 14 morti, di cui tre oggi, ma fonti non ufficiali parlano di sei vittime. Imponente il numero dei feriti, che si aggirerebbe intorno alle 500 persone, mentre circa 200 persone sarebbero state fermate dai militari nei giorni scorsi. In tarda mattinata sembra che su piazza Tahrir sia tornata la calma.
Ahmes Saad, medico nell'ospedale da campo allestito in piazza, condanna duramente l'azione governativa, denunciando che le morti di oggi sarebbero dovute a colpi di arma da fuoco. E mentre la tensione non accenna a risolversi, con gli scontri che continuano da venerdì senza interruzioni, il segretario di stato americano Hillary Clinton lancia un appello perché gli egiziani si astengano da ogni forma di violenza e "proteggano i diritti umani dei manifestanti".
Il Governo egiziano ha annunciato questa mattina di avere ricevuto informazioni relative a un tentativo di dare fuoco alla sede dell'Assemblea del popolo, camera bassa del Parlamento. A detta del viceministro della Difesa Adel Emara questo sarebbe il motivo del concentramento di persone che si sta vedendo oggi in piazza Tahrir.
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